Oggi a Ostia c’è il sole, anche se nuvoloni neri si ammassano verso l’interno.
Sembra proprio un’altra giornata, e in effetti lo è: una giornata completamente diversa da quella di ieri, dallo choc di quel fulmine che si è abbattuto metaforicamente e non sulla cupola di San Pietro e che a effetto domino ha trasmesso la scossa al mondo intero.
C’è quiete, dopo la tempesta.
A Piazza Anco Marzio ci sono poche persone: un gruppo di studenti appena uscito da scuola, qualche pensionato che passeggia in solitaria, un piccolo gruppo di bambini che in maschera corre da un sasso all’altro, quei sassi panchina con i quali il Municipio ha arredato la piazza.
Su una panchina due sedicenni si scambiano tenerezze e regali.
Io passo proprio mentre lui le sta consegnando quella che sembra una scatola di cioccolatini a forma di cuore rosso.
Nell’aria si spandono le note di Feeling che un suonatore di chitarra, collegata a un amplificatore, sta suonando proprio in quegli attimi che separano la giornata tiepida e sonnacchiosa dall’ora del pranzo; e io, che per caso respiro e osservo tutto questo, mi trovo a pensare che questo è amore, non solo quello di quei due ragazzini sulla panchina, ma tutto, proprio tutto, quello che ho intorno a me in questo momento, nient’altro che amore.
Compro un krapfen da Paglia e poi mi siedo su uno dei sassi, a guardare la gente che passa, fino a quando vedo questi due scriccioli che corrono e lui, Batman, che fa il supereroe per lei, una scricciola con la codina di cavallo.
Poi, proprio mentre decido di scattare una foto ai tre vasi di fiori tutti e tre, c’è anche un terzo scricciolo, mi si parano davanti in posa, sorridendo.
E io scatto questa istantanea di vita, oggi che è Carnevale, martedì grasso, oggi che ogni scherzo vale.
Clic.

Batman.

Batman fa il pagliaccio.

Lo scricciolo con la codina di cavallo visto da me.

Tre scriccioli in posa.