«Piccole connessioni casuali & misteriose™»

Leggo La campana di vetro di Sylvia Plath, e la protagonista si chiama Esther.
Inizio a leggere Casa Desolata di Charles Dickens, e al terzo capitolo appare Esther.
Mi appresto a leggere, in occasione della giornata della memoria, Forse Esther di Katja Petrowskaja.

Se fossi incinta e aspettassi una bambina ora non avrei dubbi sul nome da scegliere, ma non essendolo mi accontento di pensare che Esther significa “stella”, e che da pochi mesi ne ho in cielo che veglia su di me.

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.