Dormivo e stavo sognando e qualcuno nel sogno mi diceva la parola cavatappi, e io capivo che era una cosa importante che dovevo ricordare, a tutti i costi.
Non apribottiglie, non qualcosa di simile, ma proprio cavatappi.
Al risveglio mi trovavo a vagare per le vie di Roma, per una Roma che non conosco ma che ora ricordo bene di aver già visto altre volte, chissà quando.
In particolare ricordo un incrocio, uno snodo di strade che mi è familiare, che ho percorso già altre volte, ma quando non so.
A un certo punto, camminando, da sola in mezzo alla gente, ricordo il sogno e mi torna in mente quella parola, che più che essere utile ad aprire una bottiglia, adesso sembra essere diventato un lasciapassare, o un grimaldello per aprire chissà quale cassaforte.
Poi più niente, non ricordo altro, così come questa mattina al risveglio.
Ora, all’improvviso, riaffiora, e io, oltre a sentirmi come Woody Allen in «Madagascar», comincio a chiedermi cosa la mia mente mi stia chiedendo di fare, con quel cavatappi.
Nel dubbio interrogo la Smorfia e me lo gioco al Lotto.
I numeri del “cavatappi” sono usciti?
Ti dirò: la Smorfia l’ho interrogata, ma i numeri non li ho giocati, ma nemmeno controllati. Quindi se ne riparla domani 😀