Ho udito cose che voi umani…

Io lo dico che si addormenta tutte le sere sul divano, e fin qui niente di strano.
(La rima è fortuita)
Quello che dico, e spesso sono costretta a raccontarlo solo a me stessa, è che vaneggia.
Ieri notte, poco prima dell’una, anziché lasciarlo a dormire abbracciato a Emma come tutte le notti, lo scuoto leggermente per dirgli di venire a letto.
(Non sono del tutto insensibile, a volte ho anche qualche moto di tenerezza, io)

Il dialogo che segue, condito di grugniti risatine e principi di… – come si chiama il verso che fa uno che russa? Ok, quello – è più o meno il seguente.
Anzi no, diciamo che al novanta percento è proprio il seguente, perché questa volta me lo sono scritto:

Io – Chicco, vieni a letto.
C – Cosa?
Io – Vieni  a  l e t t o.
(Faccio sempre così, scandisco la parola letto sperando che penetri più rapidamente possibile attraverso la corteccia cerebrale)
C – Guarda che ho capito, io  me lo ricordo…
(E sorride. Beh, almeno quello)
Io – Cosa?
(Maligna, perché già so che sta iniziando a dire cose a vanvera e mi diverto a sollecitarlo)
C – Questo che hai detto… che c’era un carabiniere…
Io – …?
(Emetto un suono simile a una risatina trattenuta)
C – È inutile che ridi, guarda che è una cosa vera…
Io – Ma cosa?
(Perfida)
C – Quando… come si dice?

Un momento di silenzio, e ricomincia a russare.
Però a questo punto lo acchiappo, lo scuoto di nuovo, riesco a farlo alzare e, continuando a chiedergli chi fosse quel carabiniere, lo indirizzo verso la stanza da letto.

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

2 Risposte a “Ho udito cose che voi umani…”

  1. Un copione visto e interpretato più volte in ogni casa nella quale c’è un divano (si dorme così bene sul divano, perché dormi sapendo in un angolino della mente che quando ti sveglierai — verso le due o le tre — non ti dovrai alzare, no! potrai andare a dormire di nuovo, a letto…). Da noi si va a periodi alternati: qualche volta mi appiombo io, qualche volta si appiomba lei. La variante rispetto a ciò che hai descritto così bene è nostra figlia che rimbrotta entrambi…

    1. (si dorme così bene sul divano, perché dormi sapendo in un angolino della mente che quando ti sveglierai — verso le due o le tre — non ti dovrai alzare, no! potrai andare a dormire di nuovo, a letto…)

      Questa tua affermazione è illuminante, forse mi hai fornito una spiegazione logica a un fenomeno che io non riuscivo proprio a comprendere: ora tutto ha un senso 😀

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