Successi.

È da un paio di settimane che ogni tanto mi spuntano sugli zigomi delle bolle, una per zigomo.
Sembrano dei pizzichi di zanzara, o dei brufoli, o una reazione allergica.
Poi però, così come sono venuti, se ne vanno.
Oggi ho parlato con l’omeopata e gli ho chiesto se la cura per l’ansia che sto facendo può dare luogo a reazioni cutanee di questo tipo.
Mi ha risposto ‘Magari!’.
‘Come, magari?’ gli ho chiesto io.
E lui, ‘Magari, vorrebbe dire che finalmente sta buttando fuori un po’ di tossine’.

Un paio di mesi fa ho potato due Ficus Benjamin che abbiamo in ufficio.
Hanno passato l’inverno, incluse le nevicate di febbraio, nel patio, riparati dalla pioggia e dalla neve ma non dal freddo.
Erano praticamente inceneriti, possibilità di ripresa apparentemente nulle.
Qualche tempo dopo, una ventina di giorni fa, li avevo controllati. Niente, elettroencefalogramma piatto.
Adesso sono in giardino, sotto all’albero di melograno, riparati dal sole.
Oggi Pasquale, dopo aver tagliato il prato, mi ha chiesto ‘Che ne facciamo?’.
‘Non lo so’ gli ho risposto, ‘temo che siano da buttare’.
Adesso mi ha appena chiamato per andarli a vedere, ‘Perché’ mi ha detto ‘uno dei due forse…’.
Non uno dei due, tutti e due!
Ci sono tanti minuscoli getti e delle piccolissime foglioline tenere tenere.
Sono felice.




Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.