A riveder le stelle

(Foto dal sito La Repubblica)

Io che soffro di claustrofobia, che non prendo l'ascensore ormai da tempo immemore nemmeno per salire al nono piano, che quando vado al cinema mi rifiuto di andare in certi loculi multisala, che se vado in un bagno pubblico…ehm…ho bisogno della scorta perché non mi chiudo mai a chiave, che in macchina non salgo dietro quasi mai, assolutamente mai se gli sportelli non sono almeno cinque, che non prendo aerei, treni o metropolitane da troppo tempo (su questo ci stiamo lavorando, lo giuro!): io che faccio (e non faccio) tutto questo, come posso non seguire con ansia, commozione, trepidazione e con una gioia quasi personale le sorti dei trentatré minatori cileni?

Come faccio a non essere "umanamente" felice per questa grande macchina di solidarietà che si è messa in moto sin dall'inizio?

Come faccio a non contarli uno ad uno senza tirare un sospiro di sollievo per ciascuno di questi uomini che torna finalmente alla luce del sole?

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.