(Foto dal sito La Repubblica)
Io che soffro di claustrofobia, che non prendo l'ascensore ormai da tempo immemore nemmeno per salire al nono piano, che quando vado al cinema mi rifiuto di andare in certi loculi multisala, che se vado in un bagno pubblico…ehm…ho bisogno della scorta perché non mi chiudo mai a chiave, che in macchina non salgo dietro quasi mai, assolutamente mai se gli sportelli non sono almeno cinque, che non prendo aerei, treni o metropolitane da troppo tempo (su questo ci stiamo lavorando, lo giuro!): io che faccio (e non faccio) tutto questo, come posso non seguire con ansia, commozione, trepidazione e con una gioia quasi personale le sorti dei trentatré minatori cileni?
Come faccio a non essere "umanamente" felice per questa grande macchina di solidarietà che si è messa in moto sin dall'inizio?
Come faccio a non contarli uno ad uno senza tirare un sospiro di sollievo per ciascuno di questi uomini che torna finalmente alla luce del sole?