Fronte mare.

Fronte mare.
Fronte mare.

Quando mamma e io ci sediamo su quella panchina, al curvone del lungomare, non è ancora mezzogiorno.
Il clima è piacevole, c’è appena un po’ di vento, e l’invito a fermare la macchina per sedersi davanti al mare è di quelli ai quali è impossibile resistere.
Loro due, un’anziana coppia, arrivano insieme a noi, e insieme, noi da sinistra e loro da destra, convergiamo sulla stessa panchina.
Ma c’è posto per tutti e quattro, la panchina è grande, e complice anche il fatto che sia lui che mia madre hanno le stampelle, ci sediamo fronte mare e iniziamo a scambiare qualche parola.

Lui è una lagna, dice lei, lei ha fatto solo una cosa giusta nella vita, dice lui.
– Sposarla? dico io.
– Certamente, risponde lui.
E mentre ci raccontano, lei di quando si è rotta un tendine sollevando un tappeto persiano di ventitré chili per spostarlo nella vasca da bagno, lui della sua paura di esporsi al sole senza protezione perché ha la pelle chiara e due dermatologi gli hanno detto che potrebbe rischiare un tumore della pelle, mentre lei ribatte che tanto, a ottant’anni, se non è un tumore sarà qualcos’altro perché di qualcosa si deve pure morire, e ci racconta di quando in gita a Nizza si è rotta una vertebra perché il pullman sul quale stava viaggiando aveva inchiodato all’improvviso e di quanto si era arrabbiata, in ospedale, perché tre giorni dopo aveva un bellissimo concerto classico a Ravello, mentre lui si lamenta, e gira le spalle a lei a noi e al sole per non scottarsi, perché diventa subito rosso, dicendole che devono proprio andare, mentre lei dice che è proprio una lagna, lui, e accompagna la parola lagna scuotendo le due mani a indicare che più che una lagna è proprio una gran rottura, mentre succede tutto questo io me li guardo sorridendo e penso che sono proprio una bella coppia.

Poi, poco prima di alzarsi, lei ci dice, quasi ridendo: – E siamo separati da vent’anni, proprio dal tribunale di Roma, perché già non ci sopportavamo vent’anni fa!
E mentre io e mamma sgraniamo gli occhi, aggiunge,
– Ma da vecchi, ci si aiuta.

E io e il mio cuore di burro, guardandoli mentre si allontanano insieme lentamente, lui appoggiato alle stampelle e lei al suo fianco, ridiamo e ci commuoviamo a pensare a quest’uomo e questa donna che si sono scelti due volte.

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

9 Risposte a “Fronte mare.”

  1. Cosa aggiungere ad un racconto così bello? Il ricordo delle scene finali di “Harry ti presento Sally”?

    1. Accidenti, quel film lo so quasi a memoria e… ma dove finisce, in cima all’Empire State Building o similare? 🙂

  2. No, finisce come inizia: con delle coppie di anziani che inquadrati di fronte, seduti su un divano (appoggiato ad una parete con tappezzeria rossa), raccontano la loro storia d’amore…

    1. Io di burro, tu di panna: abbiamo il cuore ad alto rischio di colesterolo! 😉

  3. I miei nonni, separati nel 54 e divorziati nel 71, negli ultimi anni di vita di lui erano tornati a dormire assieme….

    1. Sono storie che mi commuovono… Poi sicuramente c’è anche la necessità di farsi compagnia, ma in fondo abbiamo tutti paura di restare soli.

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