Un pennarello rosso.

Ho ascoltato questa intervista a Don Gallo molti anni fa, ricordo che era su Radio Capital e che l’autrice dell’intervista (che successivamente sono riuscita a ritrovare online) era Giulia Santerini.
C’è un passo che non mi ha mai lasciata da allora, ricordo ancora di averla riportata sul libro di preghiere che la parrocchia di Santa Melania all’Axa mise all’ingresso delle chiesa nei giorni in cui si pregava per la salute di Papa Giovanni Paolo II.

Eccolo:

«Nel salone qui sotto noi abbiamo una bacheca dove ognuno con un pennarello scrive quello che vuole. Un giorno vedo scritto con un pennarello nero, in grande, il male grida forte. Immagini che bel buongiorno. Dopo qualche giorno, con un pennarello rosso, lasciamelo dire perché il rosso è un bel colore… ma la speranza grida più forte.»

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

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