Un cuore sacro.

Credo che non sia un caso, voglio pensare che non lo sia, se oggi, che festeggiamo San Francesco d’Assisi simbolo di pace fraternità e povertà, umile fra gli umili, sia anche giorno di lutto nazionale.
Che non sia un caso se oggi, in questo preciso momento della nostra storia, ci sia un Papa che ha scelto di chiamarsi Francesco a dirci e a ricordarci che “è una vergogna”, che non possiamo continuare a dolerci e a indignarci per poi continuare la nostra vita di sempre o, peggio ancora, volgere lo sguardo.
Che sì il Governo, sì le Leggi, sì l’Europa, ma no, no… non esistono scuse, non ci sono dita dietro alle quali nasconderci, non ci sono attenuanti per le nostre coscienze, perché l’accoglienza, la tolleranza, l’impegno, la solidarietà, sono parole che possono diventare fatti concreti, nelle nostre vite, tutti i giorni, e le parole possono diventare gesti di umanità per i quali non è necessario essere cattolici o ebrei, credenti o atei, bianchi o neri, ma solo uomini.
Restiamo umani, allora, non solo a parole, nessuno ci chiede di svestirci di tutto, perché non ne saremmo capaci, perché basterebbe davvero molto molto di meno se tutti, anziché chiudere gli occhi, fossimo capaci di tendere una mano e ricordarci di avere un cuore.

http://youtu.be/Uj9Sf5MsENM

 

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.