Tamarreide.

Secondo Paolo Virzì, meglio ancora secondo l’illustre critico cinematografico del Corriere della Sera Paolo Mereghetti nella sua recensione all’ultimo film di Virzì «Tutti i santi giorni», i poveri Guido e Antonia sono sfortunati, perché «il mondo che li circonda, in un caseggiato popolare di Acilia non è esattamente il top della raffinatezza e del buongusto», vivrebbero, poveri loro,  proprio in una sorta di Tamarreide, il regno del cafone per intenderci.

Peccato che io in quel condominio, quello dove è stato girato il film, ci abiti da quasi sette anni, e pur riconoscendo che questa zona di Roma, non proprio Acilia per l’esattezza, non sia il massimo dello chic, non la riconosca affatto nella descrizione del Mereghetti.

Intanto, come si può notare perfettamente nel film, si tratta di palazzine di due piani e non di caseggiati, poi di popolare non hanno proprio nulla, visto che sol due anni fa 72 mq venivano venduti (e acquistati) a 300mila euro.

Tutti gli appartamenti al primo piano hanno i giardini e gli inquilini, cioè i miei vicini di casa (inclusa me) hanno veramente ben poco dei tamarri vicini di casa della coppia protagonista del film. Insomma, noi lì ci abitiamo, tutti i santi giorni, e siamo anche piuttosto felici di non respirare lo smog di Roma Centro e di avere il mare a dieci minuti di macchina  tutti i santi giorni: tamarri sarete voi!

Oh, questo lo dico perché se per un disgraziatissimo caso il mercato immobiliare nella mia strada dovesse colare a picco, qualcuno – ma io gli faccio causa a questo, ha detto oggi ilChicco! – potrebbe offendersi e prendersela con i suddetti.

Niente di personale, sia chiaro, solo esigenze di copione per loro ma anche per noi.

(Che poi il film è carino, per due terzi, ma il romanzo «La Generazione» di Simone Lenzi, è decisamente molto più bello)


Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

6 Risposte a “Tamarreide.”

  1. Pitta, sei ritornata alla grande sulle pagine del blog! ma come? Virzì ha fatto un film non ambientato a Livorno? Ma che ci è andato a fare all’estero? Ma hanno girato proprio lì, a casa vostra? ma una particina non ve l’hanno fatta fare? E se andrò a vedere il film, magari riuscirò a intravedere Pepe? E le tue gatte? Il resto al prossimo commento: ora devo andare a prepara le cozze (anche noi di Milano, pur con il mare lontano, ci ristoriamo con i frutti… del mare.

  2. Virzì a Roma ci viene spesso: Caterina va in città, Tutta la vita davanti… d’altra parte tutte le strade portano a Roma!
    Ho scrutato attentamente: non si vede Pepe, non si vedono Emma e Priscilla, non si vede nemmeno la mia vecchia Twingo (non quella dei cerchioni, quella precedente).
    In compenso si vede molto bene il parcheggio e il vialetto condominiale, quindi si intravede anche il mio balcone con gli addobbi natalizi, ma per identificarlo servirebbe un fermo immagine.
    Le cozze! Hai tutta l’invidia del Chicco, io, invece, le guardo sempre con sospetto. 🙂

    1. Sono avvantaggiato, questa estate ho fatto l’antitifica : )

      In ogni caso, ilChicco se le può preparare come faccio io, è facile. Inoltre, se tu sei sospettosa, lui se le può mangiare tutte da solo!

      Non ricordavo che Caterina fosse di Virzì.

  3. E sì, a questo punto DEVO vedere questo film…
    Era già in preventivo, ma adesso che posso intravedere il balcone della Pitta… 🙂

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