saluto rom(an)o


la società dei magnaccioni

fatece largo che passamo noi,
li giovanotti de sta roma bella,
semo ragazzi fatti cor pennello,
e le ragazze famo innamorà.
e le ragazze famo innamorà.

ma che ce frega, ma che ce importa,
se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua,
e noi je dimo, e noi je famo,
c’hai messo l’acqua, e nun te pagamo, ma però,
noi semo quelli, che jarisponnemo n’coro,
è mejo er vino de li castelli
che de sta zozza società.

ce piacciono li polli, l’abbacchi e le galline,
perchè so senza spine,
nun so come er baccalà.
la società de li magnaccioni,
la società de la gioventù,
a noi ce piace de magna’ e beve,
e nun ce piace de lavora’.

osteee!!

portace n’artro litro,
che noi se lo bevemo,
e poi ja risponnemo
embe’, embe’, che c’è?

e quando er vino, embe’,
ciariva ar gozzo, embe’,
ar gargarozzo, embe’,
ce fa n’ficozzo, embe’.

pe’ falla corta, per falla breve,
mio caro oste portace da beve,
da beve, da beve, zan zan.

ma si per caso la socera more
se famo du spaghetti amatriciana,
se famo un par de litri a mille gradi,
s’ambriacamo e n’ce pensamo più
s’ambriacamo e n’ce pensamo più.

che ciarifrega, che ciarimporta,
se l’oste ar vino c’ha messo l’acqua,
e noi je dimo, e noi je famo,
c’hai messo l’acqua, e nun te pagamo, ma però,
noi semo quelli, che jarisponnemo n’coro,
è mejo er vino de li castelli
che de sta zozza società.

è mejo er vino de li castelli
che de sta zozza società parapappappa’.

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

6 Risposte a “saluto rom(an)o”

  1. No, no Alemanno è quello della canzone di Guccini:

    “Sentivo i canti osceni degli avvinazzati,

    di gente dallo sguardo pitturato e vuoto…

    ippodromo, bordello e nordici soldati,

    Romani e Greci urlate dove siete andati…

    Sentivo bestemmiare in Alamanno e in Goto…”

    E non è escluso che la strofa successiva fosse riferita a Roma, anziché a Bisanzio…

    “Città assurda, città strana di questo imperatore sposo di puttana,

    di plebi smisurate, labirinti ed empietà,

    di barbari che forse sanno già la verità,

    di filosofi e di eteree, sospesa tra due mondi, e tra due ere…”

    Angelo

  2. speriamo che non ci diventi come nerone piuttosto 🙂 ho deciso di dargli una possibilità, anche se parte molto male sparando a destra e a sinistra (ma soprattutto a sinistra) e che d’ora in poi vigilerò su tutte le iniziative che prenderà, riportando qui sul blog quello che prometterà e quello che manterrà (speriamo).

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