foto di giallinovagabondo
avrei voluto scrivere in questi giorni di quanto siano inutili tutte le preoccupazioni che abbiamo avuto riguardo a montecitorio e ai suoi pianisti: maccheccenefrega quando abbiamo uno che tra un po’ ci risolverà il problema con il pulsante unico, così tanto per semplificare un po’? (anche se oggi ha prontamente e come al solito fatto retromarcia: ma è possibile che non lo capiamo mai quest’uomo quando fa dell’ironia?)
poi avrei voluto scrivere di quel gioco che ho visto domenica fuori dal negozio dei krapfen a ostia (e qui apro una piccola parentesi: se siete stati ad ostia e non avete mai mangiato i krapfen…non sarà ora di recuperare?): avete presente quelle macchinette dove una volta mettevi cento lire e con delle megatenaglie cercavi di afferrare i pupazzi di peluche?
bè, adesso dentro, anziché i peluche, ci sono cellulari e i-pod marca sgnau: però dentro devi metterci un euro.
poi avrei voluto scrivere di noi italiani, ormai non più solo popolo di santi, eroi e navigatori, ma anche e soprattutto di bancarellari e professionisti dello shopping.
eh sì, perché oramai siamo divisi in due, quelli che hanno la mania dell’acquisto compulsivo e quelli che hanno la fissa di mettere in vendita qualsiasi cosa: che sia su ebay (e neanche ilchicco è più immune) o al finto mercatino dell’antiquariato di quartiere fa lo stesso, l’importante è comprare e vendere. in quale ordine non ha importanza.
i mercatini infatti spuntano come funghi: l’ultimo l’ho avvistato domenica fuori dal parco in un quartiere dove tra la prima domenica del mese, un weekend sì e uno no e solo in primavera o a stagioni alterne, ne possiamo già contare almeno altri tre.
avrei voluto scrivere un po’ di tutte queste cose, ma è già lunedì!