più bianco non si può


sembra proprio che il bianco sia tornato di moda, io e chiccuz ne parlavamo proprio ieri. una volta il bianco era uno dei pochi colori possibili: era sempre disponibile, costava di meno, non c’erano lunghi tempi di attesa per la consegna. poi tutte le case automobilistiche, perché di auto stiamo parlando e non di abiti da sposa, si sono sbizzarrite a produrre carrozzerie con tutti i colori dell’arcobaleno, dall’arancio egoista al verde ramarro, anche se è triste (il colore!) ammetterlo, il grigio metallizzato ha sempre avuto il sopravvento. chiamiamolo grigio argento, grigio boreale, grigio perla o grigio topo, sempre grigio è: quel colore triste e impersonale, quel non colore che mette al sicuro da qualsiasi scelta troppo azzardata, quel colore che si sceglie quando non si ha voglia di scegliere: poco impegnativo e che va su tutto.
ma il bianco…ah, il bianco! il colore delle prime cinquecento, la bianchina…e poi vuoi mettere il costo della vernice in caso di tamponamento? pensare che quando uscì la twingo in italia per le prime due versioni il colore bianco non lo producevano nemmeno!
e adesso, già da un po’ a dire la verità, ricominciano a vedersi parecchie auto bianche; proprio oggi ne ho incrociata una, bmw serie quattro cinque o sei fresca di concessionario, con tamarro incluso in perfetto stile: quindi ormai è moda.
naturalmente, sono pronta a scommetterci, saranno già pronti chili di vernici biancopanna, biancolatte, biancoiridescente, biancoluminoso, biancoperla, bianconeve, biancoavorio, biancopiùbianco, biancoscuro e bianco metallizzato e milioni di brochure pubblicitarie per convincerci che andare in bianco è bello.

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

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