Pietre da scagliare.

Quando dico «rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori» non lo dico tanto per dire, sono parole in cui credo.
Qualcuno potrà dire perché non sono mai stata veramente toccata dal male, rispondo che è possibile che sia così, anche se preferisco pensare di essere veramente così, capace di credere veramente in quello che dico, nel bene e nel male.
Quindi oggi se ne va un pezzo di storia italiana che, nel bene e nel male, si porta via piccoli e grandi segreti, silenzi a domande che probabilmente non avranno mai risposte, dubbi che forse saranno destinati a rimanere tali per sempre.
Non ho pietre da scagliare, però, nessun veleno da sputare, nessun augurio di bruciare all’inferno per l’eternità; sono serena, la stessa serenità che mi auguro abbia potuto avere Giulio Andreotti in punto di morte, perché se considero fallibile l’uomo considero infallibile Dio, e questo mi basta per avere la forza di non desiderare mai vendetta, ma solo giustizia, magari eterna.

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.