O meglio, faceva un piccolo scattino che nulla di buono lasciava presagire.
Quindi, la settimana scorsa, del tutto intenzionata a prevenire l’eventualità di una chiusura ermetica a doppia mandata in casa, d’accordo per quanto pur sempre casa dolce casa ma con l’eventualità affatto piacevole di vederla trasformarsi in prigione, mi reco dal ferramenta.
Dopo la prima missione, di ritorno a casa, riprovo la chiave: adesso funziona perfettamente dall’esterno (ovvero quando non mi serve, stando la chiave sempre in casa) e non si muove «di pezza» (altro termine tecnico appreso dopo lunga frequentazione dai/con i ferramenta) dall’interno.
Oggi, dopo averla portata a spasso in borsa per una settimana circa, torno dal suddetto, che prende la chiave e ci armeggia sopra per qualche minuto, per poi decidere di appiopparla al ragazzo di bottega (l’uomo più tatuato che mi sia mai capitato di incrociare) per il lavoro di fino.
Finalmente, dopo qualche altro minuto, il tatuato mi riconsegna la chiave, e lui, il tecnico ferramentista titolare mi dice: «Allora, va bene?»
E io, «Speriamo». (e che ne posso sapere, penso, se va bene?)
Mi risponde, con un sorriso «Sinnò passa, si me vieni a trova’ me fa sempre piacere».
Oddio.
A dire il vero (se si deve proprio passare) preferivo il tatuato.
Oddio.
Anche nessuno dei due! 😀
Oh cielo. Certo. :)))))))))))))))
😀
Oh cielo. Certo. :)))))))))))))))