La storia è questa:

Tutto ebbe inizio da qui.

qualche anno fa, direi nel 2006 o giù di là, ha iniziato a balenarmi per la testa un’idea: quella di realizzare delle T-shirt che recassero delle scritte.

Ma non dovevano essere delle scritte qualsiasi, altrimenti che idea sarebbe stata!, bensì tutti quei luoghi comuni che usiamo, chi più chi meno, quando parliamo.

E così sono arrivate le mezze stagioni (che si sa, non esistono più) gli uomini e le donne di una volta (quelli poi, nemmeno a cercarli con il lanternino)  il buco dell’ozono (è sempre tutta colpa sua: il caldo, il freddo, i terremoti, le maree…) e il caldo (che si sa, il caldo sarebbe niente se non fosse per l’umidità, che anche nel deserto ci sono 60° ma mica è come qua che invece…) e tanti altri ancora pronti sulla rampa di lancio.

Ho iniziato a lavorare al marchio, ma prima ancora al naming, alla grafica, a pensare come mi sarebbe piaciuto che fossero.

E poi ho preso mio marito (ma direi che marito ancora non era) e mio fratello (che invece era già fratello) e gli ho detto: soci!

E siamo partiti: pochi soldi, esperienza di settore zero, tempo ancora meno.

Abbiamo registrato marchio e frasi, abbiamo stampato un bel numero di T-shirt, le abbiamo regalate a parenti e amici, le abbiamo vendute a parenti e amici un po’ più lontani (ma anche a un bel po’ di estranei!), le abbiamo omaggiate ai giocatori delle cinque principali squadre di calcio di serie A, abbiamo aperto il sito dal quale dovevano nascere tre blog: ne sono nati due, è rimasto solo il mio, che poi è diventato tutt’altro: il mio blog.

E poi ci siamo fermati.

Ovvio, non sapevamo niente di niente e quello che avremmo dovuto fare sarebbe stato investire molti più soldi per stamparne un quantitativo tale che ci consentisse, con molti altri più soldi, di trovare un rappresentante che ce le vendesse ai negozi e poi…

E po fine.

Ma adesso, che il lavoro non c’è più (e quindi almeno il problema del tempo, per ora, l’abbiamo risolto) e che ho ancora a disposizione un certo numero di quelle T-shirt, e che non manca volta che indossandone una, o io o mio marito o qualche parente o amico, ci sia qualcuno che faccia un commento o un apprezzamento (Ma che carina! Uh, com’è vero, le donne di una volta non ci sono proprio più! È proprio vero, se non ci fosse l’umidità!), mi sono detta: ‘Ma perché non provare ad aprire un negozio online su Etsy.com?

Ecco, amici tutti, una sola cosa vi chiedo: il passaparola!

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Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.