in fila per sei


oggi a votare, in una sede della margherita del quartiere trieste, c’era un po’ di tutto.
a tutti sono toccati di media almeno 45 minuti di attesa: ai più fortunati 30, agli altri anche un’ora.
in fila c’erano un gruppo di ragazzi con un cane, una coppia che si era recata in una sezione a caso (senza sapere che si poteva votare solo in quella di appartenenza), una signora uscita di casa senza portafoglio che è stata lasciata votare anche senza versare 1 euro, tante coppie di tutte le età, qualche signora sola e margherita buy.
diciamo che regnavano disorganizzazione e serenità.
abbiamo autocompilato divisi in gruppetti da sei i fogli con i nostri dati e con gli estremi dei documenti, abbiamo avuto come ricevuta per l’euro versato un fogliettino fotocopiato della grandezza di un biglietto del cinema degli anni 70 e abbiamo votato seduti in tavolini da bar riparati da paraventi di cartone grandi come un foglio A4 su schede grandi come un foglio A4 con pastelli a cera come quelli delle elementari.
il capo del governo ha detto che con l’affluenza sono state superate le più rosee previsioni.
speriamo che per la prossima volta siano un po’ più ottimisti nelle previsioni, così magari faremo una fila più rapida 🙂

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

Una risposta a “in fila per sei”

  1. Ehi, da me c’era solo un piccolissima fila.

    Ah già, nel mio quartiere tira più l’aperitivo che la politica.

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