il primo e l'ultimo


il primo ricordo che ho del mio papà è uno schiaffo.
avrò avuto tre o quattro anni ed ero in corridoio, nella casa in cui sono cresciuta.
non ricordo il perché e forse non sarà neanche stato un vero schiaffo, forse uno scappellotto; ma certi ricordi svaniscono con il passare del tempo, come i sogni.
l’ultimo ricordo invece è un abbraccio, in ospedale.
io che sto andando via e che l’ho già salutato.
lui che mi richiama e che mi abbraccia forte.
cerco di trattenerlo questo ricordo, di fare in modo che non scappi via come i sogni all’alba.

foto di alexydiary

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

12 Risposte a “il primo e l'ultimo”

  1. Ciao, non so so se è il primo ricordo di mio padre, sono molto confusi quando ero a quell’età, ma il mio è: avrò avuto due-tre anni, lui è seduto insieme a mia madre al tavolo, io li sto guardando nel buio del corridoio, lui mi chiama, mi dice fatti dare un bacio, però dopo che te l’ho dato non devi pulirti la faccia (mi ricordo che mi veniva istintivo farlo), glielo ho dato, e mi sono ridiretto verso il corridoio, mentre camminavo mi sono pulito la guancia sicuro che non mi vedessero, alle mie spalle subito dopo sentivo che se la ridevano di me. Ciao

  2. @ soundstepriver che bello, è un ricordo tenerissimo!

    a chi passa di qua raccontatemi tutti vostri primi ricordi sui papà, daiiiii fate uno sforzo:-)

  3. Quand’ero piccolissimo, il mio papà ballava e cantava tenendomi in braccio. Poi io l’ho fatto con il mio Lorenzo: James Brown, con Please please please lo rilassava molto (e qualche anno prima anche con Francesca, la cajuina, ma lei era più tranquilla già di suo).

  4. Il ricordo più bello e più vivido che ho della mia infanzia con mio padre biologico l’ho raccontato qui: http://www.stella-marina.ilcannocchiale.it/post/677395.html

    Purtroppo con lui ho anche diversi ricordi che sarebbe meglio dimenticare.

    Ma io sono stata fortunata perchè ho incontrato il mio papà del cuore, una specie di San Giuseppe… che ha colmato il mio bisogno di sentirmi capita e amata…

    Un giorno, era il periodo di Natale, mi chiese di accompagnarlo a comprare il regalo per sua figlia, che è più piccola di me, ma alla quale assomiglio fisicamente un po’.

    Andammo in centro, misurai diversi maglioncini, lui capì quale era il mio preferito: nero, con dei rombi bianchi e rossi davanti, morbidissimo e carissimo. Lo fece impacchettare e la busta la fece prendere a me. Il giro in centro continuò tra chiacchiere e risate e quando gli porsi la busta con il maglione, mi disse che quello era per sua figlia, ossia per me… E’ bello avere un papà al quale raccontare tutto con la certezza di sentirsi capita e consolata al bisogno, senza giudizi, ma con un sorriso, sapendo che lui sarà sempre dalla tua parte, qualunque scelta tu farai…

  5. grazie per aver condiviso le vostre prime volte, mi sono piaciute molto 🙂

  6. Ho letto e riletto quello che hai scritto diverse volte ed ogni volta mi si stringe il cuore e mi vengono gli occhi lucidi, i motivi sono diversi: una delle cose che più mi fanno male e pensare che lui sapesse che la lotta fosse inutile, che fosse consapevole ed in attesa e che non abbia voluto, per preservarci, condividire con noi questo tormento, mi fa stare male non sapere cosa avesse dentro e non avere potuto fare nulla per renderlo meno doloroso e di non essere toranata indietro tante volte per dirgli quanto gli volevo bene per paura che lui capisse.

    Poi c’è la paura che nessuno ne parli più, io tante volte ho voglia di parlare di lui, di sentire parlare di lui ed ho paura che invece ognuno la vive a modo suo e che quindi la “voglia” non sia la stessa e sento ancora più grande il vuoto.

    Quando trovo il tuo parlarne scritto “nero su bianco” e vedo la tua foto con lui sento un dolore fortissimo per la sua assenza, ma una felicità altrettanto intensa per il piacere di sapere che lui è ancora qui con noi!Baci!S.

  7. quando hai voglia di parlarne invece devi farlo, perché non credo ci sia da parte di nessuno di noi la volontà di vivere il ricordo in solitudine. forse è vero che sono diversi i momenti ma, almeno per quanto riguarda me, è sempre il momento per condividerli. qualche giorno fa, non ricordo nemmeno perché, provocato da cosa, all’improvviso ho pensato che erano passati quasi sei anni e all’improvviso mi sono sentita come se mi mancasse l’aria, come un pesce che boccheggia fuori dall’acqua. mi sembrava impossibile che fosse passato tutto questo tempo e dall’altra parte mi sembrava solo ieri, dietro l’angolo…anche io ho dei rimpianti, ma penso sia naturale, non può essere altrimenti…

  8. Già che ci siamo…Anche io ho dei rimpianti, ma soprattutto un dolore grandissimo: quello di non avere ricordi di lui a casa…

    Perché, a volte mi chiedo, perché? Davvero non li ho? O il mio cervello li ha solo rimossi perché mi facevano troppo male?

    Io non lo so: eppure invidio il ricordo dello schiaffo in corridoio, il ricordo della racchettata sul campo da tennis.

    Io le so, queste cose, ma perché mi sono state raccontate e non perché io le ricordi. E allora mi chiedo: è possibile? Io che ero “la fidanzata di papà” non ricordo nulla di questo grande amore?

    A volte vorrei risposte, ma non riesco neanche a parlarne (come dice S.) e non perché magari non ce ne sia la voglia, ma perché proprio non ci riesco…

    Baci.

    Francesca

  9. fra’, i ricordi non dipendono dall’essere stati bravi o cattivi, i ricordi ci sono o non ci sono e basta. magari parlandone comincerebbero ad affiorare, a volte rimangono sommersi da una quantità di altre cose…

  10. ……….ricordi…è difficile anche per me capire quali siano veramente miei e quali abbia fatto miei!

    La cosa che non riesco a spiegarmi è perchè dal giugno del 2002 io non riesca a mettere a fuoco altre immagini che quelle dolorose, se penso a lui e provo a visualizzarlo lo vedo sempre sofferente e allora allontono tutto perchè mi fa troppo male………e poi perchè non riesco a ricordare la sua voce, provo e riprovo ma niente, non credo che questo dipenda dall’amore che si è provato e dall’essere stati “buoni” o “cattivi” figli, credo che anche questo modo di reagire, unico per ognuno di noi, faccia parte del mistero della morte, anzi della vita, perchè la morte è una parte della vita ed anche se non riesco ad accettarla, forse vedendola come parte di essa, può darsi mi faccia meno paura.

    Bacioni a tutte e 2!S.

  11. se ci penso direttamente forse non riesco a ricordarla neanche io, ma invece molte volte affiora all’improvviso. mi capita di fare o dire qualcosa che mi riporti alla mente qualcosa che anche lui faceva o diceva e così recupero un ricordo e una sensazione dimenticata. a volte invece mi sembra di vederlo, non nel senso letterale del termine, ma in altre persone; tante volte mi è sembrato di riconoscerlo nello specchietto retrovisore della macchina: lo sapevo che non poteva essere lui, ma era comunque una sensazione bellissima poterlo rivedere. anche quando cercavo la foto d mettere qui sul blog sapevo che era in un cd, perché mi ricordavo che l’avevo masterizzato in ufficio, però non avevo idea di dove fosse. ho iniziato a guardare i cd che avevo, ne ho visti 2 o 3, poi ho alzato una pila di cd a caso e il primo che ho preso era quello.

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