Il Natale a Natale.

(del perché il Natale arriva ogni anno un po’ prima)

Fai clic sulla foto e… preparati al Natale!

Davvero non se può più di questa Sindrome collettiva e compulsiva da Natale precox.
Giro poco per la città (e questo mi fa sentire sempre più la donzelletta che vien dalla campagna nonostante anche dove abito io sia sempre pur Roma), e per fortuna non ho grandi occasioni di imbattermi in strade piene di negozi o, meno che meno, in centri commerciali; ma i quattro passi che ho fatto qui in zona, dal mercatino all’aperto al supermercato, dal benzinaio al negozio dove acquisto le scatolette per le due miao, mi hanno sbattuto in faccia la novità, e io mi sono dovuta rassegnare all’evidenza: da una settimana è già Natale.
Luci, decorazioni, alberi di Natale (quest’anno no, giuro che quest’anno non se ne parla proprio) panettoni, tutto ti punta l’indice contro e ti dice: Guarda che sta arrivando, sbrigati è Natale, non vorrai mica farti trovare impreparata!

Ma impreparata per cosa?
Sbrigarmi a fare che?

Ora, capisco bene il dramma dei commercianti, ma non capisco la nostra frenesia collettiva: non abbiamo soldi (mai come quest’anno si è respirata in giro tanta aria di recessione), fuori anche il clima non si è ancora ben deciso (oggi sono uscita intabarrata come Totò e Peppino al loro arrivo alla stazione di Milano e ho fatto la sauna finlandese gratis) e non è nemmeno ancora iniziato l’Avvento (Ah, ma perché cosa c’entra il Natale con l’Avvento? penserà qualcuno…).

Ma non era più bello quando si faceva l’albero dopo l’otto dicembre? Quando mamma e papà andavano in cantina o in soffitta a prendere palline per l’albero e presepe e tutta la famiglia si dedicava a decorare la casa? Non era più bello quando tutte le luci, in tutte le case, si accendevano negli stessi giorni e all’improvviso, tutti insieme si iniziava a respirare aria di Natale e a sentire diffondersi il profumo di mandarini e castagne arrosto?

Dopo la globalizzazione e il riscaldamento globale, cos’altro vogliamo, il Natale globale, quello che dura tutto l’anno?

Io, per ricordami ogni giorno di più che il Natale non è questo – il torpido, il sociale, quello sfacciatamente commerciale, il rumoroso – nel frattempo mi rileggo le parole di Thomas Stearns Eliot, hai visto mai che qualcuno si dimentichi di tutto il resto e ricominci a trovare l’incanto?

La coltura degli alberi di Natale

Vi Sono molti atteggiamenti riguardo al Natale,
e alcuni li possiamo trascurare:
il torpido, il sociale, quello sfacciatamente commerciale ,
il rumoroso (essendo i bar aperti fino a mezzanotte),
e l’infantile – che non è quello del bimbo
che crede ogni candela una stella, e l’angelo dorato
spiegante l’ali alla cima dell’albero
non solo una decorazione, ma anche un angelo.
Il fanciullo di fronte all’albero di Natale:
lasciatelo dunque in spirito di meraviglia
di fronte alla Festa, a un evento accettato non come pretesto;
così che il rapimento splendido, e lo stupore
del primo albero di Natale ricordato, e le sorprese, l’incanto
dei primi doni ricevuti (ognuno
con un profumo inconfondibile e eccitante,
e l’attesa dell’oca o del tacchino, l’evento
atteso e che stupisce al suo apparire,
e reverenza e gioia non debbano
essere mai dimenticate nella più tarda esperienza,
nella stanca abitudine, nella fatica, nel tedio,
nella consapevolezza della morte, nella coscienza del fallimento.

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

8 Risposte a “Il Natale a Natale.”

  1. Nel centro commerciale a 4 passi dal mio ufficio, “Natale” deve essere arrivato il 1° novembre. L’ho trovato lì la settimana successiva ad Halloween (che, a sua volta, era arrivato un mesetto prima. Ma quello viene dagli States, sarà partito in anticipo…). Poi, la scorsa settimana, per ufficializzare che Natale era lì, dietro l’angolo, il medesimo centro commerciale ha dato il via a tutte le illuminazioni possibili. Roba che negli uffici limitrofi si può anche lavorare al buio, ci pensa il centro commerciale ad illuminarci tutti. Ma questa è Roma, la città. Il mio nipotino acquisito, 8 anni, che vive in un paesetto, quasi campagna, nel basso Lazio, domenica scorsa minacciava sua mamma e mio fratello perché i compagni di classe hanno già ricevuto una parte dei doni natalizi; a lui, invece, povero!, non hanno ancora regalato nulla. Altro che fanciullo di Thomas Stearns Eliot. Che tristezza.

    Buon weekend, mia cara!

  2. Già hanno ricevuto i doni natalizi? E a Natale cosa riceveranno? Che tristezza, in effetti, di questo passo Natale a Ferragosto, tanto che fa.
    Buon weekend anche a te 🙂

  3. Uno dei miei alunni, a scuola, mi dice che la fine del mondo è stata posticipata a febbraio.
    Capito, che furbata?
    Se saltavamo per aria il 21/12 il Natale era fottuto.
    Invece così, vedi mai che la gente decide di comperare i regali comunque?
    Che tristezza, ragazze.
    Posizione, bisogna prendere posizione.

  4. Ma perché non riesco a caricare un’innocente immagine?

    In ogni caso il rinvio a febbraio della profezia Maya (quando in ogni caso subentrerà per competenze la profezia Nese) mi sembrata una creativa trovata tipo “Speriamo che io me la cavo”.

  5. Se si vede bene: a proprosito di Natale anticipato (o posticipato…) io el Paneton l’ho mangiato in agosto…

  6. C’è sempre chi sta messo peggio. Nella fattispecie i giapponesi. In Giappone, o per lo meno a Tokyo ed Osaka per le quali posso testimoniare, i negozi si addobbano per il Natale, tutti insieme, esattamente il primo di novembre. Ora, considerate che in Giappone il 25 dicembre è un giorno lavorativo….però celebrano il natale commerciale, facendosi regali.

  7. E l’invenzione di Halloween? Ma chi ne sentiva il bisogno di una tavanata importata! Avevamo già il nostro nobile Carnevale…

  8. @Gioia, potere del Natale, quello commerciale 🙂

    Santa pace, che desolazione!

    @Cic, io una foto di un qualche panetun la vedo, ma pure tu, ad Agosto? Insieme alla cedrata? 😛

    (Halloween, tra parentesi, non la reggo nemmeno io come festa: non sono mica Charlie Browne, altrimenti voglio anche la maglietta arancione con le righe a zig zag!)

    @Guidguid, a Roma si dice ‘ariconsoliamoci con l’ajetto’, nel guardare sempre chi sta peggio 🙂
    http://www.mangiarebene.com/marinate/latte-di-gallina/consolarsi-con-l-aglietto_1694.htm

    Che poi il giorno dopo è la commemorazione dei defunti, almeno da noi, ti immagini preparare gli addobbi per una nascita in un giorno in cui si pensa ai morti? 🙂

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