Io ho gridato ‘Oddio!’, pensando che fosse un topone, solo un attimo prima di capire che non era un topone e di scendere di corsa dalla macchina per cercare di accarezzarlo.
Lui, veloce come un lampo, già non c’era più, nascostosi probabilmente sotto una delle macchine parcheggiate in fila.
I gatti, chi sotto altre macchine, chi in sella a uno scooter, ci guardavano immobili e sonnacchiosi al chiarore di una luna gigantesca, ma ancora a metà, con i loro occhi a mandorla.
Nessuno si è azzuffato, nessuno è stato investito da una macchina, nessuno ha avuto paura della diversità dell’altro e ognuno, dopo l’attimo di sorpresa che aveva attraversato il parcheggio immerso nel silenzio, è tornato alle sue attività. Qualcuno stiracchiandosi, qualcuno trotterellando, qualcun altro con i capelli esplosi per via dell’umidità che c’era nell’aria affrettando il passo e pensando che forse, dopo aver vissuto uno di quei rari momenti di armonia con l’universo che capitano solo nei sogni e nelle notti di mezza estate, era l’ora di andare a dormire.
Il nonno ad Ale: “Guarda che topo ho trovato in giardino”, sollevando un vaso da fiori (vuoto) dove lo aveva intrappolato.
Ale (aveva circa due anni) al nonno: “Nonno, ma non è un poto, è un liccio!!!”
Saggia bambina!
Il tuo racconto mi ricorda un gruppetto di persone, comprese me e il Chicco, che guardava un altro topone in un fiumiciattolo che sfociava nel mare nei pressi della spiaggia, commentando, con disgusto, ad alta voce; ad un certo punto un bambino, che avrà avuto non più di otto o nove anni, dice: “Ma quella è una nutria, non lo vedete che ha le zampe palmate?”
E tutti ce ne andammo con le orecchie basse mortificati da tanta ignoranza 😀
Capita a tutti di scivolare nella trappola dell’ignoranza (anche io non sapevo fino a poco fa che le nutrie avessero le zampe palmate).
È il ricordo di quel bimbo che mi ricorda che le nutrie hanno le zampe palmate 😀