(H)eureka


l’helvetica compie 50 anni.
oggi, a condor, luca sofri intervista matteo bologna, graphic designer di mucca design.

il web ha rivoluzionato il mondo delle font, dice sofri, una volta c’era meno scelta, adesso gratuitamente è possibile scaricarne una quantità impressionante.
come si rapportano i grafici con quest’abbondanza di scelta?
è meglio adesso o era meglio una volta quando le possibilità erano limitate?

bologna risponde dicendo che a questo mucca design si contrappone proponendo ai propri clienti di realizzare una font disegnata su misura; come dire, personalizzata.

insomma:
quando io ho iniziato, nel 1983, nella notte dei tempi, era un periodo di transizione.
i grafici venivano da notti insonni trascorse sui costruttivi, passate a ridisegnare logotipi e a studiare le regole per la costruzione geometrica di un font.
anzi, di una font, come diciamo noi che abbiamo cominciato nei favolosi anni ottanta
🙂

i trasferibili letraset (e in minor quantità i mecanorma e gli r41) prendevano sempra più rapidamente il sopravvento; la varietà di famiglie offerta era talmente ampia da rendere praticamente superflua l’ideazione di una font creata ad hoc.
con internet il fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale.
siamo stati invasi da font di tutti tipi.
da bastoni, graziati, corsivi e script di tutte le specie.

e ora la novità: “noi ai nostri clienti proponiamo di ridisegnare un font personalizzato”.

io domani vado dal mio capo e gli chiedo di ripristinare la reprocamera, il parallelino e anche la cow, ecco.


Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

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