Incredibile pensare che siano passati più di settant’anni e che nulla sia cambiato.
«[…] E le strade pullulavano di gente assetata di lavoro, pronta a tutto per il lavoro.
E le imprese, le banche stavano scavandosi la fossa con le loro stesse mani, ma non se ne rendevano conto. I campi erano fecondi, e i contadini vagavano affamati sulle strade. I granai erano pieni, e i figli dei poveri crescevano rachitici, con il corpo cosparso di pustole di pellagra. Le grosse imprese non capivano che il confine tra fame e rabbia è un confine sottile. E i soldi che potevano servire per le paghe servivano per fucili e gas, per spie e liste nere, per addestrare e reprimere. Sulle grandi arterie gli uomini sciamavano come formiche, in cerca di lavoro, in cerca di cibo. E la rabbia cominciò a fermentare.»
[Furore – John Steinbeck]
Pure, l’esplosione di rabbia che Steinbeck si aspettava non c’è stata. E quando la rabbia esplode, non è mai incanalata nel modo giusto. E le Corporazioni continuano a prosperare, a danno delle persone più deboli.
E quando la rabbia esplode, non è mai incanalata nel modo giusto.
Condivido, è quello che mi viene da pensare spesso, anche se… la rabbia è qualcosa che si può incanalare?
Sì sì. La singola persona può incanalare la rabbia tramite la disciplina; un gruppo di persone per farlo ha bisogno di una guida. Difficile in entrambe i casi, forse più nel secondo.
Sì, anche io mi riferivo alla rabbia riferita a un gruppo, quella di un singolo può essere tramutata in energia, esistono molte tecniche di meditazione e gruppi che lavorano a questo scopo. Ma un gruppo, ahimè, spesso finisce per essere incapace di autogestirsi e la rabbia finisce per diventare improduttiva e controproducente.