Domani, vent’anni fa.

Me lo ricordo come fosse ieri.
Eravamo stati in giro per Roma, io e Alì, con Tayfun, il suo amico architetto che viveva a Vienna, e tornati a casa da mamma, accendiamo la tv, che inizia a parlare in maniera concitata di esplosioni, Punta Raisi, Capaci, e alla fine, solo alla fine, in piedi e increduli capiamo che stanno parlando di Falcone, di Giovanni Falcone.

Sembrava impossibile, sembrava impossibile credere che un’esplosione come quella, che fu devastante, avesse spazzato via in un attimo, con la vita di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, anche le speranze di tutti gli italiani che lottavano insieme a lui contro la mafia.

Sembrava impossibile crederlo, e infatti, dopo vent’anni il suo ricordo è più vivo che mai, e oggi, che la mafia non ha vinto, è per questo che in molti nel ricordarlo ‘lo chiamiamo Giovanni’.



Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

2 Risposte a “Domani, vent’anni fa.”

  1. ho confuso la data di nascita con quella di morte, ma non importa, il ricordo è comunque lo stesso.

I commenti sono chiusi.