Come Giuda.

Continuo a pensarci, non riesco a non pensarci, e così oggi l’ho fatto, ho fatto quello che mai pensavo mi sarebbe capitato, nella mia vita, di fare.
Sono stata nel profilo Facebook di un assassino, non tanto per guardare le sue foto (quelle ci stanno pensando già i giornali a mostrarcele in tutta la loro vitale brutalità), ma per capire, per leggere se tra quei post ci sia, ci fosse, ci sia mai stato, qualcosa che assomigli a una forma di intelligenza, di umanità pensante.
Ho fatto scorrere la pagina, una pagina di pochi pensieri e molti muscoli, di risate scritte per essere mostrate insieme alle foto scattate a beneficio dei ‘contatti’ e dei ‘mi piace’, fino all’unico punto in cui ho trovato un pensiero di poche righe, un pensiero che nella sua semplicità e nella sua condivisibilità è agghiacciante, quasi premonitore.
E ho pensato, leggendolo, che allora era ancora tutto possibile, che la scelta poteva ancora essere un’altra, che tutto quello che è successo in questi giorni e che si è abbattutto con la violenza di un uragano sulla vita delle persone che amo, potesse non succedere mai.
Perché poco meno di un mese dopo, chi l’ha scritto, ha scelto il male sapendo di sceglierlo e ancor prima che trasformarsi in un assassino ha scelto di tradire chi l’aveva accolto come un figlio, uccidendolo due volte.
Il male grida forte, raccontava Don Gallo, ma non è mai più forte, perché la speranza grida ancora più forte, e l’amore e la solidarietà, i ricordi e il bene che è stato fatto, riusciranno, per qualche misteriosa via che oggi appare irraggiungibile e impossibile da percorrere, ad aiutare chi è stato colpito e sta soffrendo; non a farsi una ragione per quanto è accaduto perché per quello non esisterà mai pace, ma a trovare la forza, un giorno alla volta, un’ora alla volta, un minuto alla volta, per guardare al domani.
Ma quando arriverà invece il momento in cui questa persona riuscirà a guardarsi dentro e capirà cos’ha fatto, perché sono sicura che quel momento arriverà, quello sarà un giorno terribile: perché troverà l’inferno, e capirà che l’inferno che scegliamo di portarci dentro è davvero senza speranza.

Giuda

(Per tutte le persone che sono nel mio cuore anche se lontane e per Andrea e la sua famiglia)

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.