Che le stelle vengano a me.

Sono giorni in cui ti dividi tra l’abbrutimento influenzale e il fermento delle idee.
Da una parte il restare chiusa in casa, tutto il giorno in pigiama, nessuna voglia di lavarsi, mettersi le creme sul viso, rendersi un essere umano.
Dall’altra la freschezza delle idee, un incontro stimolante, nuove porte che lasciano entrare uno spiraglio di luce, la proiezione di un futuro che potrebbe essere diverso, forse più luminoso.
Due stati che si incontrano, quello fisico e quello mentale, difficile prevedere cosa verrà fuori, probablmente qualcosa di rivoluzionario, una congiunzione astrale di quelle che si vericano solo una volta ogni dieci anni.
Domani mi butto sotto la doccia, febbre o non febbre, altrimenti cosa mi sono liberata a fare di Saturno?

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

2 Risposte a “Che le stelle vengano a me.”

I commenti sono chiusi.