C’è vento.

Tornando a casa, mentre cerco inutilmente di dare un senso a un’uscita che mi era sembrata davvero avvilente essendosi conclusa con una rapida tappa da Acqua & sapone per acquistare gel e carta igienica, dopo la fallimentare missione cioccolata (sembra che le due cioccolateria di zona, aperte da pochissimo tempo, abbiano deciso entrambe di scegliere il giovedì come giorno di chiusura), mentre sono al volante incrocio un signore di un’età indefinita dai capelli rosso carota (sto guidando, non è che possa cogliere al volo tutti i dettagli) che cammina controvento sul marciapiede alla mia destra, proprio nel momento in cui il suo riporto svolazza modello ala dalla parte opposta a quella in cui abitualmente è collocato.
Poco più avanti, alla fermata dell’autobus, un gruppo di ragazzi ride. Chissà perché.
E penso: ma quanto siamo ridicoli quando vogliamo a tutti i costi apparire altra cosa rispetto a quello che veramente siamo?

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

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