Canto di Natale.

Avevamo sedici o diciassette anni, Paola e io, la mia amica del cuore e compagna di banco per tutti e quattro gli anni di liceo artistico, quando litigammo.

Una qualche insegnante (di Italiano o di Storia dell’Arte, ma poteva essere anche di Figura o di Ornato) assegnò a tutta la classe una ricerca sugli Impressionisti.
Eravamo tutte libere di scegliere un pittore in particolare, se volevamo, e di decidere con chi fare la ricerca.
Paola e io, manco a dirlo, volevamo farla insieme, ma litigammo ferocemente per settimane, perché lei voleva che il tema fossero gli Impressionisti in generale, mentre io volevo dedicarmi esclusivamente al mio grande amore Pierre-Auguste Renoir.
Non ci sfiorò nemmeno per un momento l’idea di separarci per farla da sole o insieme a qualche altra compagna, e nemmeno mettemmo mai in dubbio il fatto di volerci bene, per cui continuammo a litigare fino allo sfinimento, perché la cosa più importante per noi era farla insieme (ma come dicevamo noi).

Per la cronaca vinse lei, e il ricordo più vivo sono ancora le mie risate trattenute a stento mentre mi allontanavo cercando di non far scricchiolare il parquet della sua stanza, mentre lei, forte del suo accento francese di un anno di liceo linguistico (la ricerca era audiovisiva), pronunciava “Impression soleil levant” arrotondando anche le “erre” che non c’erano a beneficio del registratore.

Ecco, la litigata oggi mi fa sorridere, le ore trascorse insieme, invece, continuano a essere fra i nostri ricordi più belli.

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.