noi in famiglia, per non farci mancare proprio niente, abbiamo deciso di prendere il meglio dalle tradizioni culinarie regionali e così per il pranzo di pasqua avevamo:
secondo la tradizione della penisola italica tutta
uova sode e formaggi
secondo la tradizione marchigiana
ciauscolo e crescia
secondo la tradizione siciliana
anellini di pasta al ragù, piselli e provola*
secondo la tradizione laziale
abbacchio alla cacciatora
pollo
patate al forno
carciofi alla romana
secondo la tradizione campana
pastiera napoletana
e poi pane di matera, crostata fatta in casa, berlucchi cellarius, merlot, acqua minerale e caffè.
giuro che lunedì comincio la dieta.
…come?
lunedì è pasquetta?
*primosale non provola, era vero primosale siciliano!
… e poi c’è stata la tradizione postmoderna, il cantaTu dopo il limoncello.
anche io ho fatto la pastiera ma mio nipote che è napoletano mi ha detto dopo averla assaggiata:
zia ti devo dare due notizie una buona e l’latra cattiva,
la buona è che la torta non è male
la cattiva ècchè nun ci azzecca niente con la pastiera!!!
ma io ho seguito la ricetta…
appunto i napoletani non seguono la ricetta!!!
anche da noi pastiere come se piovesse! il giorno di pasqua comprata, ma non è stata promossa per eccessivo utilizzo dei fiori d’arancio, e a pasquetta una fatta dalla mamma di chicco e una dal fratello 🙂
…..e i miei pomodorini al forno dove li metti?????
buoniiii, finiti ieri sera 🙂
confermo, i napoletani non seguono la ricetta 🙂
quest’anno non ho avuto tempo di farla e mi è mancata la mia pastiera napoletana… ed è l’unico momento dell’anno in cui mi ricordo delle mie origini 😛
ammazza…potevate fare una nuova edizione del cucchiaio d’argento, non manca niente! 🙂
in effetti per l’anno prossimo vorrei suggerire di aggiungere la paella valenciana, in fondo mio fratello ha abitato a valencia per sei mesi e quindi rientra di diritto nelle tradizioni acquisite :-)))