Andare partire restare e tornare.

Proprio qualche minuto fa, su Facebook, il mio amico Marco Valenti, scrive questa frase di Rudyard Kipling: «Tutto considerato, esistono due specie di uomini: quelli che restano a casa, e gli altri.»

Ed io gli rispondo così: «L’ho sempre pensato, ma la mia teoria è un po’ differente, senza conoscere quella di Kipling, magari poi coincidiamo. Io credo che ci siano persone nate per andare, girare, esplorare, ed altre, non meno importanti, che abbiano il compito di restare, consolidare, accogliere chi torna o chi arriva.»

E aggiungo: …e salutare chi parte, rassicurandolo sul fatto che, ovunque andrà, ci sarà sempre una casa pronta ad accoglierlo quando e se deciderà di tornare.

Si capisce, per caso, da questo discorso, che io appartengo alla specie che resta?

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

4 Risposte a “Andare partire restare e tornare.”

  1. Si possono individuare migliaia di criteri per dividere in due gruppi gli esseri umani o una parte dell’umanità: poi, però, i confini sono sempre instabili, oggi sei di qua, domani di là.

  2. Adriano, è vero, il mondo è pieno di criteri con il quale dividere in due l’umanità e catalogarla, ma questa, sarà perché l’ho affinata nel tempo, e vuoi perché una volta tanto mi sento sostenuta da un personaggio del calibro di Kipling, la considerò piuttosto vera. Non tanto per il fatto di stare o andare proprio fisicamente, come dici tu andiamo dove ci porta la vita, quanto proprio per una natura insita in ciascuno di noi: c’è chi nasce per esplorare e per scoprire, chi per consolidare e accogliere.

  3. Io condivido assolutamente, al di là della simpatia che mi lega a Marco 🙂
    E non so ancora a che specie appartengo.

    Prima mi pareva chiaro. Ora, attendo lumi.
    Però è bello sapere che qualcuno, in casa, tiene accesa la luce.

    Grazie Pitta

    1. Io resto, Gioia, questo è sicuro (sicuro abbastanza!) tu decidi con calma cosa fare. Bacio.

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