Amsterdam


19 – 27 Gennaio – Settimana della Memoria

A portarmi fu il caso tra le nove
e le dieci d’una domenica mattina
svoltando a un ponte, uno dei tanti, a destra
lungo il semigelo d’un canale. E non
questa è la casa, ma soltanto
– mille volte già vista –
sul cartello dimesso: “Casa di Anna Frank”.

Disse più tardi il mio compagno: quella
di Anna Frank non dev’essere, non è
privilegiata memoria. Ce ne furono tanti
che crollarono per sola fame
senza il tempo di scriverlo.
Lei, è vero, lo scrisse.
Ma a ogni svolta a ogni ponte lungo ogni canale
continuavo a cercarla senza trovarla più
ritrovandola sempre.
Per questo è una e insondabile Amsterdam
nei suoi tre quattro variabili elementi
che fonde in tante unità ricorrenti, nei suoi
tre quattro fradici o acerbi colori
che quando è grande il suo spazio perpetua,
anima che s’irraggia ferma e limpida
su migliaia d’altri volti, germe
dovunque e germoglio di Anna Frank.
Per questo è sui suoi canali vertiginosa Amsterdam.

(Vittorio Sereni – Amsterdam)

Pubblicato da laPitta

La Pitta è una dritta con i capelli a spaghetto lunghi come un vialetto. Potrebbe raccontare a tutti che da più di dieci anni lavora per la pubblicità, potrebbe dire che ha visto l’uomo atterrare sulla luna e che ha passato più di cinquemila minuti a guardare ogni genere di film con grande passione. Già, potrebbe. Ma la Pitta è troppo modesta. Alla Pitta piace: arrivare sempre alla fine di un libro, leggere i titoli di coda fino a quando non si accendono le luci in sala, bere tè appena sveglia, segnarsi i titoli delle canzoni da sentire almeno una volta nella vita, ascoltare i discorsi che le persone fanno quando sono al ristorante e “Il favoloso mondo di Amélie”, ma questo l’avevate già capito.

2 Risposte a “Amsterdam”

  1. non manco mai di passarci davanti ogni volta che vado ad amsterdam a trovare valentina, ma l’unica volta che ci sono entrata sono dovuta uscire subito perchè mi era preso un attacco di claustrofobia fortissimo, forse suggestionata da tutto quello che avevo letto

  2. mi raccontava ieri un’amica di aNobii (potevi venire ieri!!!) proprio dell’efffetto claustrofobico che ha provato a Berlino quest’estate ad una mostra all’aperto dedicata proprio alla Shoah, strutturata proprio con quello scopo: quello di far sentire un senso di oppressione e costrizione, sia pur all’aperto, come nei campi.

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